Quid ita? quia non alio facinore clari homines, alio obscuri
necantur. Intersit inter vitae dignitatem summorurn atque infimorum: mors quidem inlata per scelus isdem et poenis teneatur et
legibus. Nisi forte magis erit parricida, si qui consularem patrem quam si quis humilem necarit: aut eo mors atrocior erit P.
Clodi, quod is in monumentis maiorum suorum sit interfectus – hoc enim ab istis saepe dicitur; proinde quasi Appius ille Caecus
viam muniverit, non qua populus uteretur, sed ubi impune sui posteri latrocinarentur!
Versione tradotta
E perché mai? Perché nessuna differenza intercorre tra la morte
di un nobile e quella di un comune cittadino. È evidente che, finché si è vivi, la condizione di chi ha potere e di chi non ne
ha non è la stessa: però, quando c'è di mezzo un delitto, è giusto che lo si sottoponga alle medesime leggi e, di
conseguenza, alle medesime pene. A meno che voi non vogliate considerare un po' più assassino chi ha ucciso un padre ex
console rispetto a chi ha tolto la vita a un padre oscuro! Oppure, come qualcuno afferma con insistenza, riteniate la morte di
Clodio più atroce perché avvenuta lungo la via Appia, che è la testimonianza dell'operato dei suoi antenati. Come se
l'ideatore della strada, il famoso Appio Claudio Cieco, la avesse costruita non pensando all'utilità pubblica, ma perché
i suoi discendenti vi potessero tendere agguati impunemente!
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone