Sed ad illam Diodori contentionem, quam Peri Dynaton appellant revertamur, in qua quid
valeat id quod fieri possit anquiritur. Placet igitur Diodoro id solum fieri posse, quod aut verum sit aut verum futurum sit.
Qui locus attingit hanc quaestionem, nihil fieri, quod non necesse fuerit, et, quicquid fieri possit, id aut esse iam aut
futurum esse, nec magis commutari ex veris in falsa posse ea, quae futura, quam ea, quae facta sunt; sed in factis
inmutabilitatem apparere, in futuris quibusdam, quia non apparet, ne inesse quidem videri, ut in eo, qui mortifero morbo
urgeatur, verum sit ‘Hic morietur hoc morbo’, at hoc idem si vere dicatur in eo, in quo vis morbi tanta non appareat,
nihilo minus futurum sit. Ita fit, ut commutatio ex vero in falsum ne in futuro quidem ulla fieri possit. Nam ‘Morietur
Scipio’ talem vim habet, ut, quamquam de futuro dicitur, tamen ut id non possit convertere in falsum; de homine enim
dicitur, cui necesse est mori.
Versione tradotta
. Ma torniamo alla discussione di Diodoro detta Peri Dynaton
[dei possibili], nella quale si discute sul possibile. Dunque Diodoro vuole che sia possibile soltanto ciò che è o sarà vero.
La sua tesi viene a porci questa questione: che non accade niente che non fosse necessario; che tutto ciò che è possibile o è
già o sarà; che gli eventi futuri non possono essere trasformati da veri in falsi più di quelli passati; ma mentre è evidente
che il passato è immutabile, il futuro, poiché non è evidente, a taluni sembra che non lo sia; ad esempio, se è vero, detto di
un uomo gravemente ammalato di una malattia mortale, «costui morirà di questa malattia», qualora la medesima affermazione sia
vera a proposito di un uomo nel quale la violenza della malattia appaia minore, l’evento è nondimeno destinato ad accadere.
Ne consegue che la trasformazione da vero in falso è impossibile anche per le cose future. L’affermazione «Scipione morirà»
ha una validità tale che, sebbene sia detta del futuro, non può tuttavia essere trasformata in falsa; infatti è detta di un
uomo, che è inevitabile che muoia.
- De Fato
- De Fato di Cicerone
- Cicerone