De pietate
autem Attici quid plura commemorem? Cum hoc ipsum vere gloriantem audierim in funere matris suae quam extulit annorum XC cum
esset VII et LX se numquam cum matre in gratiam redisse numquam cum sorore fuisse in simultate quam prope aequalem habebat.
Quod est signum aut nullam umquam inter eos querimoniam intercessisse aut hunc ea fuisse in suos indulgentia ut quos amare
deberet irasci eis nefas duceret. Neque id fecit natura solum quamquam omnes ei paremus sed etiam doctrina. Nam principum
philosophorum ita percepta habuit praecepta ut his ad vitam agendam non ad ostentationem uteretur.
Versione tradotta
Perchè poi ricordare altre cose sugli affetti familiari
di Attico? Poichè ho sentito che lui si vantava, e a ragione, proprio in occasione del funerale di sua madre, che seppellì a
novanta anni quando lui ne aveva sessantasette, di non essersi mai dovuto riconciliare con la madre e di non essere mai stato
in lite con la sorella, che egli era quasi coetanea. . Il che è prova o che tra loro non sorse mai alcun contrasto o che lui fu
di tale indulgenza verso i suoi familiari da ritenere illecito adirarsi con quelli che doveva amare. . Lo fece non soltanto per
inclinazione naturale, benchè tutti siamo soggetti ad essa, ma anche per educazione: infatti ebbe così impressi gli
insegnamenti dei principali filosofi da servirsene per condurre la propria vita, non per vana ostentazione.
- Letteratura Latina
- De viris illustribus (Atticus) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote
- De viris illustribus