Bellum Iugurthinum Paragrafo 17: versione svolta - StudentVille

Bellum Iugurthinum, Paragrafo 17

Res postulare videtur Africae situm paucis exponere et eas gentis

quibuscum nobis bellum aut amicitia fuit attingere. Sed quae loca et nationes ob calorem aut a speritatem item solitudines

minus frequentata sunt de iis haud facile compertum narrauerim. Cetera quam paucissimis absoluam. In divisione orbis terrae

plerique in parte tertia Africam posuere pauci tantummodo Asiam et Europam esse sed Africam in Europa. Ea finis habet ab

occidente fretum nostri maris et Oceani ab ortu solis decliuem latitudinem quem locum Catabathmon incolae appellant. mare

saevum importuosum; ager frugum fertilis bonus pecori arbori infecundus; caelo terraque penuria aquarum. genus hominum salubri

corpore velox patiens laborum; ac plerosque senectus dissoluit nisi qui ferro aut bestiis interiere nam morbus haud saepe

quemquam superat; ad hoc malefici generis plurima animalia. Sed qui mortales initio Africam habuerint quique postea accesserint

aut quo modo inter se permixti sint quamquam ab ea fama quae plerosque obtinet diuersum est tamen uti ex libris Punicis qui

regis Hiempsalis dicebantur interpretatum nobis est utique rem sese habere cultores eius terrae putant quam paucissimis dicam.

Ceterum fides eius rei penes auctores erit.

Versione tradotta

L’argomento sembra richiedere una breve descrizione della geografia
dell’Africa e

un accenno a quelle popolazioni che ebbero con noi rapporti
di guerra o di pace. Ma di quelle regioni e di quei

popoli che sono
quasi inaccessibili a causa del clima torrido, dell’impraticabilità e dei
deserti,

difficilmente potrei dare notizie sicure. Degli altri tratterò
nel modo più breve possibile.
Nella

suddivisione del globo terrestre i più considerano l’Africa la
terza parte del mondo, pochi ritengono che esistano

soltanto l’Asia e
l’Europa e comprendono l’Africa nell’Europa. L’Africa è delimitata a
occidente

dallo stretto fra il Mediterraneo e l’Oceano, a oriente da
un’estesa pianura in declivio, che i nativi chiamano

Catabatmo. Il mare
è burrascoso, le coste prive di approdi; il suolo è fertile di messi,
adatto al

pascolo, ma infecondo per gli alberi. Vi è penuria di pioggia e
di acqua sorgiva. Gli indigeni sono di costituzione

sana, agili,
resistenti alle fatiche. Se non sono uccisi dalle armi o dalle bestie
feroci, i più muoiono di

vecchiaia, dal momento che raramente periscono
per malattia. Vi sono, inoltre, moltissimi animali di natura

malefica.
Quanto ai primi abitanti dell’Africa, a quelli che vi immigrarono
successivamente e agli incroci

che ne risultarono, riferirò nel modo più
breve possibile sulla base di quanto mi è stato tradotto dei libri punici

attribuiti al re Iempsale e secondo le opinioni degli abitanti di quel
paese, sebbene si tratti di una

versione diversa dalla tradizione
generalmente accolta. Del resto l’attendibilità di queste notizie è

rimessa completamente agli autori che ne trattano.

  • Letteratura Latina
  • Par 1-29
  • Sallustio

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