Quam ob rem illa quae ex accusatorum oratione praemuniri iam et fingi intellegebam fretus vestra prudentia iudices non pertimesco. Aiebant enim fore testem senatorem qui se pontificiis comitiis pulsatum a Caelio diceret. A quo quaeram si prodierit primum cur statim nihil egerit deinde si id queri quam agere maluerit cur productus a vobis potius quam ipse per se cur tanto post potius quam continuo queri maluerit. Si mihi ad haec acute arguteque responderit tum quaeram denique ex quo iste fonte senator emanet. Nam si ipse orietur et nascetur ex sese fortasse ut soleo commovebor; sin autem est rivolus accersitus et ductus ab ipso capite accusationis vestrae laetabor cum tanta gratia tantisque opibus accusatio vestra nitatur unum senatorem solum esse qui vobis gratificari vellet inventum.
Versione tradotta
Ormai io non temo più, sicuro della vostra saggezza, o giudici, tutto ciò che dai discorsi degli accusatori ho capito volersi macchinare e inventare contro di noi. Per esempio essi dissero che ci sarebbe un senatore, che verrebbe a deporre, come teste, per essere stato picchiato da Celio nei comizi pontifici. Ma io gli chiederò, se verrà, anzitutto perché non abbia immediatamente reagito; in secondo luogo, dal momento che ha preferito lamentarsi anziché reagire, perché abbia scelto di farlo, scovato da voi, anziché di sua iniziativa, e tanto tempo dopo il fatto anziché subito. Che se egli risponderà a queste mie domande in modo intelligente e brillante, allora gli chiederò donde mai, infine, egli spunti fuori: perché, se esso è nato per generazione spontanea, allora sì che io correrò il rischio, come mi accade, di rimanerne turbato; ma se invece egli fosse un rivoletto scaturito e avviato dalla stessa fonte maggiore della vostra accusa, allora mi rallegrerò del fatto che, con tante aderenze e così potenti mezzi di cui essa dispone, ella non sia riuscita a scovare che un solo senatore disposto a rendervi servizio.
- Letteratura Latina
- Pro Caelio di Cicerone
- Cicerone