Postea Phoenices alii multitudinis domi minuendae gratia pars imperi cupidine sollicitata plebe et aliis
novarum rerum auidis Hipponem Hadrumetum Leptim aliasque urbis in ora maritima condidere; eaeque brevi multum auctae pars
originibus suis praesidio aliae decori fuere. Nam de Carthagine silere melius puto quam parum dicere quoniam alio properare
tempus monet. Igitur ad Catabathmon qui locus Aegyptum ab Africa dividit secundo mari prima Cyrene est colonia Theraeon ac
deinceps duae Syrtes interque eas Leptis deinde Philaenon arae quem locum Aegyptum versus finem imperi habrere Carthaginienses
post aliae Punicae urbes. Cetera loca usque ad Mauretaniam Numidae tenent proximi Hispania[m] Mauri sunt. Super Numidiam
Gaetulos accepimus partim in tuguriis alios incultius uagos agitare post eos Aethiopas esse dein loca exusta solis ardoribus.
Igitur bello Iugurthino pleraque ex Punicis oppida et finis Carthaginiensium quos novissime habuerant populus Romanus per
magistratus administrabat; Gaetulorum magna pars et Numidae usque ad flumen Muluccham sub Iugurtha erant; Mauris omnibus rex
Bocchus imperitabat praeter nomen cetera ignarus populi Romani itemque nobis neque bello neque pace antea cognitus. De Africa
et eius incolis ad necessitudinem rei satis dictum.
Versione tradotta
Più tardi i Fenici, alcuni per ovviare all’eccesso di
popolazione in
patria, altri per brama di potere, dopo aver spinto dalla loro parte la
plebe e quanti erano
desiderosi di rivolgimenti politici, fondarono
Ippona, Adrumeto, Leptis e altre città sulla costa. Queste in breve
tempo
divennero molto potenti e costituirono ora una difesa, ora un vanto per la
madre patria. Di
Cartagine preferisco non parlare, anziché dire troppo
poco, dato che il tempo esige che io passi ad altro
argomento.
Dunque, verso il Catabatmo, luogo che divide l’Egitto dall’Africa, lungo
la costa si incontra
per prima Cirene, colonia dei Terei, poi le due Sirti
tra le quali si trova Leptis, quindi gli Altari dei Fileni, che
per i
Cartaginesi rappresentano il confine del loro impero dalla parte
dell’Egitto; poi altre città
puniche. Tutti gli altri territori fino
alla Mauritania sono dei Numidi, mentre il popolo più vicino alla Spagna è
quello dei Mauri. Sappiamo che a mezzogiorno della Numidia vivono i
Getuli, alcuni in tuguri, altri, più
selvaggi, da nomadi. Ancor più a
mezzogiorno ci sono gli Etiopi e infine i territori bruciati dalla vampa
del sole.
Al tempo della guerra contro Giugurta, dunque, i Romani amministravano
per mezzo dei loro
magistrati quasi tutte le città puniche e il territorio
posseduto dai Cartaginesi negli ultimi tempi. Gran parte dei
Getuli e dei
Numidi, sino al fiume Muluccha, erano sotto l’autorità di Giugurta. Tutti
i Mauri obbedivano
al re Bocco, che dei Romani conosceva soltanto il nome
e che, fino ad allora, era a noi egualmente sconosciuto in
pace e in
guerra. Dell’Africa e dei suoi abitanti si è detto quanto basta per le
esigenze del
racconto.
- Bellum Iugurthinum
- Par 1-29
- Sallustio