Rebus autem afflictis cum patriam obsideri audisset non
quaesivit ubi ipse tuto viveret sed unde praesidio posset esse civibus suis. Itaque contulit se ad Pharnabazum satrapem Ioniae
et Lydiae eundemque generum regis et propinquum; apud quem ut multum gratia valeret multo labore multisque effecit periculis.
Nam eum Lacedaemonii Atheniensibus devictis in societate non manerent quam cum Artaxerxe fecerant Agesilaumque bellatum
misissent in Asiam maxime impulsi a Tissapherne qui ex intimis regis ab amicitia eius defecerat et cum Lacedaemoniis coierat
societatem hunc adversus Pharnabazus habitus est imperator re quidem vera exercitui praefuit Conon eiusque omnia arbitrio gesta
sunt. Hic multum ducem summum Agesilaum impedivit saepeque eius consiliis obstitit; neque vero non fuit apertum si ille non
fuisset Agesilaum Asiam Tauro tenus regi fuisse erepturum. Qui posteaquam domum a suis civibus revocatus est quod Boeotii et
Athenienses Lacedaemoniis bellum indixerant Conon nihilo setius apud praefectos regis versabatur hisque omnibus magno erat
usui.
Versione tradotta
In questa
situazione disperata come venne a sapere che la patria era assediata, non cercò dove egli stesso potesse vivere in sicurezza,
ma con quali mezzi potesse essere di aiuto ai suoi concittadini. Così si recò presso Farnabazo, satrapo della lonia e della
Lidia e nello stesso tempo genero e parente del re; e per acquistarsi buon credito presso di lui affrontò molta fatica e molti
pericoli. Gli Spartani, una volta debellati gli Ateniesi, non rimanevano più nell'alleanza che avevano stipulato con
Artaserse e avevano spedito Agesila a combattere in Asia, sollecitati soprattutto da Tissaferne, il quale, uno degli intimi del
re, aveva abbandonato la sua amicizia e aveva stretto una alleanza con gli Spartani: contro di lui comandante ufficiale fu
nominato Farnabazo, ma di fatto capo dell'esercito fu Conone e tutte le operazioni si svolsero secondo le sue direttive. Egli
creò molte difficoltà al generale Agesilao e spesso vanificò le sue strategie e fu chiaro che, se non ci fosse stato lui,
Agesilao avrebbe strappato al re l'Asia fino al Tauro. E quando quello fu richiamato in patria dai suoi concittadini, poiché
i Beoti e gli Ateniesi avevano dichiarato guerra agli Spartani, Conone non diversamente continuava la sua attività presso i
satrapi del re ed a tutti loro prestava i suoi preziosi servigi.
- Letteratura Latina
- Conon di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote