Itaque accepit Crithoten et Sestum. Idem classi praefectus circumvehens Peloponnesum Laconicen
populatus classem eorum fugavit Corcyram sub imperium Atheniensium redegit sociosque idem adiunxit Epirotas Athamanas Chaonas
omnesque eas gentes quae mare illud adiacent. Quo facto Lacedaemonii de diutina contentione destiterunt et sua sponte
Atheniensibus imperii maritimi principatum concesserunt pacemque his legibus constituerunt ut Athenienses mari duces essent.
Quae victoria tantae fuit Atticis laetitiae ut tum primum arae Paci publice sint factae eique deae pulvinar sit institutum.
Cuius laudis ut memoria maneret Timotheo publice statuam in foro posuerunt. Qui honos huic uni ante id tempus contigit ut cum
patri populus statuam posuisset filio quoque daret. Sic iuxta posita regens filii veterem patris renovavit memoriam.
Versione tradotta
Così ebbe Critote e Sesto. Comandante della flotta, circumnavigando il Peloponneso, devastò la Laconia, mise in
fuga la flotta spartana, ridusse in potere degli Ateniesi Corcira e aggiunse all’alleanza gli Epiroti, gli Atamani, i Cáoni e
tutti i popoli rivieraschi della zona. In seguito a ciò gli Spartani rinunciarono alla lunga contesa e spontaneamente
cedettero la supremazia del mare agli Ateniesi e fecero la pace a queste condizioni: che gli Ateniesi fossero padroni del mare.
Gli Attici furono così contenti di questa vittoria, che allora per la prima volta furono eretti a spese pubbliche altari alla
Pace e fu istituito in onore della dea un lettisternio. E perché rimanesse il ricordo di questo fatto memorabile, eressero a
Timòteo nell’agora a spese pubbliche una statua. Un onore fino a questo momento toccato solo a lui, che il popolo, dopo aver
innalzato una statua al padre, la concedesse anche al figlio. Così messa accanto a quella, la recente statua del figlio rinnovò
l’antico ricordo del padre.
- Letteratura Latina
- Timotheus di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote