Etenim si attendere diligenter existimare vere de omni hac causa volueritis sic constituetis iudices nec descensurum quemquam ad hanc accusationem fuisse cui utrum vellet liceret nec cum descendisset quicquam habiturum spei fuisse nisi alicuius intolerabili libidine et nimis acerbo odio niteretur. Sed ego Atratino humanissimo atque optimo adulescenti meo necessario ignosco qui habet excusationem vel pietatis vel necessitatis vel aetatis. Si voluit accusare pietati tribuo si iussus est necessitati si speravit aliquid pueritiae. Ceteris non modo nihil ignoscendum sed etiam acriter est resistendum.
Versione tradotta
E in verità, se voi vorrete attentamente considerare e apprezzare sotto ogni aspetto questa causa, voi arriverete, o giudici, alla conclusione che nessuno, libero nel proprio volere, si sarebbe mai abbassato a una tale accusa, né, una volta lanciata, nutrirebbe per essa un briciolo di speranza, se non fidando sull'intollerabile arbitrio e sull'odio violentissimo di qualcuno. Quanto a me, io perdono Atratino, mio giovane amico pieno di cultura e di bontà, poiché lo scusano, o la reverenza, o la necessità, o l'età. Se egli personalmente volle l'accusa, ne dò colpa alla devozione filiale; se gli fu imposta, alla costrizione; se ne sperò qualcosa, alla immaturità degli anni. Contro gli altri, non solo nessun perdono, anzi si deve opporre una fiera resistenza.
- Letteratura Latina
- Pro Caelio di Cicerone
- Cicerone