Pro Milone, Paragrafo 2 - Studentville

Pro Milone, Paragrafo 2

non illa praesidia quae pro templis omnibus cernitis etsi contra vim conlocata sunt non adferunt tamen [oratori] aliquid ut in foro et in iudicio quamquam praesidiis salutaribus et necessariis saepti sumus tamen ne non timere quidem sine aliquo timore possimus. Quae si opposita Miloni putarem cederem tempori iudices nec inter tantam vim armorum existimarem esse oratori locum. Sed me recreat et reficit Cn. Pompei sapientissimi et iustissimi viri consilium qui profecto nec iustitiae suae putaret esse quem reum sententiis iudicum tradidisset eundem telis militum dedere nec sapientiae temeritatem concitatae multitudinis auctoritate publica armare.

Versione tradotta

Il tribunale in cui voi sedete non è più attorniato, come di solito avviene, da una cerchia di spettatori, né siamo più premuti dalla folla abituale; quei manipoli che scorgete davanti a tutti i templi, per quanto lì schierati al fine di prevenire atti di violenza, incutono comunque una certa paura ad un oratore; sicché, sia pur circondati nel foro e nel tribunale da misure di protezione salutari e indispensabili, tuttavia non possiamo neppure starcene tranquilli e deporre ogni motivo di timore. Se tali misure le ritenessi prese contro Milone, mi arrenderei alla necessità del momento, giudici, perché non potrei credere che vi sia spazio per un discorso in un tale spiegamento di forze. Mi rassicurano, però, e mi confortano le intenzioni di Pompeo, uomo molto saggio e retto; egli certamente non riterrebbe conforme al suo senso di giustizia consegnare alle armi dei soldati chi ha affidato in qualità di accusato alle decisioni dei giudici, né conforme alla sua saggezza affidare il sostegno della propria autorità di uomo pubblico al furore di una folla eccitata.

  • Letteratura Latina
  • Pro Milone di Cicerone
  • Cicerone

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