Vespasianus natus est
in Sabinis ultra Reate vico modico cui nomen est Phalacrinae XV. kal. Dec. vesperi Q. Sulpicio Camerino C. Poppaeo Sabino cons.
quinquennio ante quam Augustus excederet; educatus sub paterna avia Tertulla in praediis Cosanis. Quare princeps quoque et
locum incunabulorum assidue frequentavit manente villa qualis fuerat olim ne quid scilicet oculorum consuetudini deperiret; et
aviae memoriam tanto opere dilexit ut sollemnibus ac festis diebus pocillo quoque eius argenteo potare
perseveraverit.
Sumpta virili toga latum clavum quamquam fratre adepto diu aversatus est nec ut tandem appeteret
compelli nisi a matre potuit. Ea demum extudit magis convicio quam precibus vel auctoritate dum eum identidem per contumeliam
anteambulonem fratris appellat.
Tribunatum in Thracia meruit; quaestor Cretam et Cyrenas provinciam sorte cepit;
aedilitatis ac mox praeturae candidatus illam non sine repulsa sectoque vix adeptus est loco hanc prima statim petitione et in
primis; praetor infensum senatui Gaium ne quo non genere demeretur ludos extraordinarios pro victoria eius Germanica depoposcit
poenaeque coniuratorum addendum censuit ut insepulti proicerentur. Egit et gratias ei apud amplissimum ordinem quod se honore
cenae dignatus esset.
Versione tradotta
Vespasiano nacque nel paese dei Sabini, oltre Rieti in un
piccolo villaggio chiamato Falacrina, la sera del quindicesimo giorno prima delle calende di dicembre, sotto il consolato di Q.
Sulpicio Camerino e di C. Poppeo Sabino, cinque anni prima che Augusto morisse; fu allevato sotto la direzione della nonna
paterna Tertulla, nella sua proprietà di Cosa. Per questo, anche da imperatore, frequentò spesso il luogo della sua infanzia,
essendo stata lasciata la casa come una volta, affinché ai suoi occhi non andasse perduto nulla della familiarità; inoltre amò
tanto il ricordo della nonna, che nelle solennità pubbliche e private continuava a bere nella sua piccola coppa d’argento.
Indossata la toga virile, disdegnò a lungo il laticlavio, benché suo fratello lo avesse già ottenuto e da nessuno poté essere
spinto a farne richiesta se non dalla madre. E lo ottenne più con il sarcasmo che con le preghiere e l’autorità, perché lo
chiamava ripetutamente, in modo umiliante, il battistrada del fratello. Ottenne il tribunato in Tracia; da questore, sorteggiò
la provincia di Creta e di Cirene; candidato all’edilità e poi alla pretura, ottenne la prima non senza un insuccesso,
classificandosi a malapena al sesto posto, mentre conseguì l’altra immediatamente e tra i primi. Da pretore, per non
trascurare alcun mezzo per farsi ben volere da Gaio, in odio al Senato, fece richiesta di giochi straordinari in occasione
della sua vittoria in Germania e stabilì, per aggravare la punizione dei congiurati, che i loro cadaveri fossero lasciati
insepolti. Gli rese anche grazie, davanti al Senato, per avergli fatto l’onore di invitarlo a cena.
- Letteratura Latina
- Divus Vespasianus di Svetonio
- Svetonio