Cum saepe multa, tum memini domi in hemicyclio
sedentem, ut solebat, cum et ego essem una et pauci admodum familiares, in eum sermonem illum incidere qui tum forte multis
erat in ore. Meministi enim profecto, Attice, et eo magis, quod P. Sulpicio utebare multum, cum is tribunus plebis capitali
odio a Q. Pompeio, qui tum erat consul, dissideret, quocum coniunctissime et amantissime vixerat, quanta esset hominum vel
admiratio vel querella.
Versione tradotta
E come spesso discorreva di molte cose, così mi ricordo che una volta, sedendo in casa sua
nell'emiciclo, secondo il suo solito (c'ero anch'io e alcuni pochi intimi), andò a finire in quel discorso che allora
era sulla bocca di molti. E tu ti ricordi certo, Attico, tanto più che eri in gran dimestichezza con Publio Sulpicio quanto
fosse lo stupore e la riprovazione della gente, perché egli, tribuno della plebe, avversava con odio mortale Quinto Pompeo,
allora console, col quale prima era vissuto in amicizia strettissima.
- Letteratura Latina
- De Amicitia di Cicerone
- Cicerone