Statim e somno, quem plerumque in diem extrahunt, lavantur, saepius calida, ut apud quos plurimum hiems occupat. Lauti cibum
capiunt: separatae singulis sedes et sua cuique mensa. Tum ad negotia nec minus saepe ad convivia procedunt armati. Diem
noctemque continuare potando nulli probrum. Crebrae, ut inter vinolentos, rixae raro conviciis, saepius caede et vulneribus
transiguntur. Sed et de reconciliandis in vicem inimicis et iungendis adfinitatibus et adsciscendis principibus, de pace
denique ac bello plerumque in conviviis consultant, tamquam nullo magis tempore aut ad simplices cogitationes pateat animus aut
ad magnas incalescat. Gens non astuta nec callida aperit adhuc secreta pectoris licentia ioci; ergo detecta et nuda omnium
mens. Postera die retractatur, et salva utriusque temporis ratio est: deliberant, dum fingere nesciunt, constituunt, dum errare
non possunt.
Versione tradotta
Appena usciti dal sonno, che in genere protraggono fino a
giorno inoltrato, si lavano, per lo più con acqua calda, come è naturale in un paese dove l'inverno occupa tanta parte
dell'anno. Finito di lavarsi, mangiano. Ciascuno ha un posto e un piatto separato a tavola. Poi, armati, vanno alle loro
occupazioni e, non meno spesso, a dei banchetti. Non costituisce vergogna passare il giorno e la notte bevendo. Le risse,
frequenti, come suole tra avvinazzati, raramente finiscono con semplici insulti, più spesso con morti e feriti. Per altro,
generalmente, nei banchetti si tratta di riconciliazioni tra nemici, di contratti di matrimonio, di scelte dei capi e perfino
di pace e di guerra, come se in nessun'altra occasione l'animo fosse più aperto a pensieri franchi o s'infiammasse
meglio a grandi azioni. Gente senza astuzia né malizia, apre inoltre i segreti del cuore nella rilassata allegria del
banchetto, sicché schietto e trasparente è il pensiero di tutti. Il giorno dopo, la questione viene ripresa e in questo modo
salvano i vantaggi dei due diversi momenti: trattano quando non sanno fingere e decidono quando non possono sbagliare.
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