Quam ob rem iudices ut aliquando ad causam crimenque veniamus–si neque omnis confessio facti est inusitata neque de causa nostra quicquam aliter ac nos vellemus a senatu iudicatum est et lator ipse legis cum esset controversia nulla facti iuris tamen disceptationem esse voluit et ei lecti iudices isque praepositus est quaestioni qui haec iuste sapienterque disceptet–reliquum est iudices ut nihil iam quaerere aliud debeatis nisi uter utri insidias fecerit. Quod quo facilius argumentis perspicere possitis rem gestam vobis dum breviter expono quaeso diligenter attendite.
Versione tradotta
Di conseguenza, giudici, per venire una buona volta all'imputazione di questo processo, se il confessare pienamente un reato non costituisce un fatto insolito, se il senato non ha formulato sulla nostra questione un giudizio diverso da quello che avremmo desiderato, se l'autore stesso della legge - pur in assenza di contestazioni di fatto - ha tuttavia voluto che vi fosse discussione di diritto, se si sono scelti giudici tali e un presidente tale da pronunciare un'equa e saggia sentenza, non vi resta, giudici, che verificare chi dei due abbia teso insidie all'altro. Perché possiate rendervene conto più agevolmente con le prove dei fatti, prestatemi bene attenzione mentre vi espongo in breve l'accaduto.
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone