Qui nec pauciores et certe meliores
fuerunt viri – praesertim cum apud eos ipsos, a quibus audiri nomen nostrum potest, nemo unius anni memoriam consequi possit.
Homines enim populariter annum tantummodo solis, id est unius astri, reditu metiuntur; cum autem ad idem, unde semel profecta
sunt, cuncta astra redierint eandemque totius caeli discriptionem longis intervallis rettulerint, tum ille vere vertens annus
appellari potest; in quo vix dicere audeo, quam multa hominum saecula teneantur. Namque ut olim deficere sol hominibus
exstinguique visus est, cum Romuli animus haec ipsa in templa penetravit, quandoque ab eadem parte sol eodemque tempore iterum
defecerit, tum signis omnibus ad principium stellisque revocatis expletum annum habeto; cuius quidem anni nondum vicesimam
partem scito esse conversam.
Versione tradotta
A maggior
ragione accade ciò, se è vero che perfino tra la gente in grado di udire il nostro nome, nessuno può lasciare di sé un ricordo
che duri più di un anno. Gli uomini, a dire il vero, misurano ordinariamente l'anno solo con il volgere ciclico del sole,
cioè con il ritorno di un'unica stella; quando, invece, tutti quanti gli astri saranno ritornati nell'identico punto da
cui sono partiti e avranno nuovamente tracciato, dopo lunghi intervalli di tempo, il disegno di tutta la volta celeste, solo
allora lo si potrà definire, a ragione, il volgere di un anno; a fatica oserei dire quante generazioni di uomini siano in esso
contenute. Come un tempo il sole sembrò agli uomini venir meno e spegnersi, allorché l'anima di Romolo entrò in questi
stessi spazi celesti, così, quando per la seconda volta, dalla stessa parte del cielo e nel medesimo istante, il sole verrà
meno, in quell'istante, una volta che saranno ricondotte al punto di partenza tutte le costellazioni e le stelle, considera
compiuto l'anno; sappi, comunque, che non ne è ancora trascorsa la ventesima parte.
- Letteratura Latina
- Somnium Scipionis di Cicerone
- Cicerone