P. Clodius cum statuisset omni scelere in praetura vexare rem publicam videretque ita tracta esse comitia anno superiore ut non multos mensis praeturam gerere posset–qui non honoris gradum spectaret ut ceteri sed et L. Paulum conlegam effugere vellet singulari virtute civem et annum integrum ad dilacerandam rem publicam quaereret–subito reliquit annum suum seseque in annum proximum transtulit: non (ut fit) religione aliqua sed ut haberet quod ipse dicebat ad praeturam gerendam hoc est ad evertendam rem publicam plenum annum atque integrum.
Versione tradotta
Publio Clodio aveva deciso di affliggere lo stato durante la sua pretura con tutti i delitti possibili; aveva visto, però, che le elezioni dell'anno prima erano andate tanto per le lunghe, che egli non avrebbe potuto esercitare la pretura per molti mesi. Tuttavia, poiché non mirava, come tutti, a quel grado nella gerarchia degli onori, ma voleva evitare quale collega Lucio Paolo, cittadino di straordinaria virtù, e cercava un anno completo per poter fare a pezzi lo stato, all'improvviso rinunciò all'anno della sua candidatura e ne rinviò la presentazione al successivo; tutto questo non per un qualche scrupolo religioso - come suole avvenire - ma per poter disporre, come egli stesso andava dicendo, di un anno pieno e integro per esercitare la pretura, cioè per sovvertire lo stato.
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone