Ceteris servis non in nostrum morem, descriptis per familiam
ministeriis, utuntur: suam quisque sedem, suos penates regit. Frumenti modum dominus aut pecoris aut vestis ut colono iniungit,
et servus hactenus paret: cetera domus officia uxor ac liberi exsequuntur. Verberare servum ac vinculis et opere coercere
rarum: occidere solent, non disciplina et severitate, sed impetu et ira, ut inimicum, nisi quod impune est. Liberti non multum
supra servos sunt, raro aliquod momentum in domo, numquam in civitate, exceptis dumtaxat iis gentibus quae regnantur. Ibi enim
et super ingenuos et super nobiles ascendunt: apud ceteros impares libertini libertatis argumentum sunt.
Versione tradotta
Gli schiavi per altro non li impiegano, come noi, assegnando
loro compiti precisi: ciascuno di essi è libero di regolare a suo piacere la propria abitazione e la propria famiglia. Il
padrone pretende una certa quantità di frumento, di bestiame o di tessuto, come da un colono, e lo schiavo, entro questi
limiti, deve obbedire; al resto delle incombenze domestiche provvedono la moglie e i figli del padrone. Raro è il caso di uno
schiavo picchiato, messo in prigione o spedito ai lavori forzati. Capita che lo uccidano, non in nome della disciplina o per
severità, ma in un impeto d'ira, come un nemico personale, e con la differenza che il gesto resta impunito. I liberti sono
in condizione non migliore degli schiavi e raramente hanno qualche influenza nelle faccende private, mai nella vita pubblica,
salvo per quelle popolazioni che hanno un re. Là salgono più in alto dei liberi e dei nobili: presso tutte le altre popolazioni
l'inferiorità dei liberti è prova che esiste la libertà.
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