Itaque credo si civis Romanus Archias legibus non esset ut ab aliquo imperatore civitate donaretur perficere non potuit. Sulla cum Hispanos donaret et Gallos credo hunc petentem repudiasset: quem nos in contione vidimus cum ei libellum malus poeta de populo subiecisset quod epigramma in eum fecisset tantummodo alternis versibus longiusculis statim ex eis rebus quas tunc vendebat iubere ei praemium tribui sed ea condicione ne quid postea scriberet. Qui sedulitatem mali poetae duxerit aliquo tamen praemio dignam huius ingenium et virtutem in scribendo et copiam non expetisset?
Versione tradotta
Pertanto sono fermamente convinto che se Archia non fosse cittadino romano per legge, non avrebbe potuto ottenere il dono della cittadinanza da qualche comandante! Silla, per esempio, che pure la concedeva a Spagnoli e Galli, ne avrebbe respinto la richiesta! E vedemmo che Silla in un'assemblea, quando un poetastro come tanti gli sottopose un libretto con un epigramma in suo onore, per il solo fatto di averlo scritto alternando versi di ineguale lunghezza, subito ordinò che gli fosse data una ricompensa attingendo dalle vendite all'asta, ma ad una precisa condizione, che non scrivesse più nulla in futuro. E chi dovette giudicare comunque degna di una ricompensa la cortigianeria di un poetastro, non avrebbe valorizzato fortemente il talento, la maestria letteraria, la facondia di Archia qui presente?
- Letteratura Latina
- Pro Archia Poeta di Cicerone
- Cicerone