Bellum Iugurthinum Paragrafo 28: versione tradotta - StudentVille

Bellum Iugurthinum, Paragrafo 28

At Iugurtha contra spem nuntio accepto quippe cui Romae omnia

venire in animo haeserat filium et cum eo duos familiaris ad senatum legatos mittit iisque uti illis quos Hiempsale interfecto

miserat praecipit omnis mortalis pecunia aggrediantur. Qui postquam Romam adventabant senatus a Bestia consultus est placeretne

legatos Iugurthae recipi moenibus iique decrevere nisi regnum ipsumque deditum venissent uti in diebus proximis decem Italia

decederent. Consul Numidis ex senatus decreto nuntiari iubet. Ita infectis rebus illi domum discedunt. Interim Calpurnius

parato exercitu legat sibi homines nobilis factiosos quorum auctoritate quae deliquisset munita fore sperabat. In quis fuit

Scaurus cuius de natura et habitu supra memorauimus. Nam in consule nostro multae bonaeque artes et animi et corporis erant

quas omnis auaritia praepediebat: patiens laborum acri ingenio satis prouidens belli haud ignarus firmissimus contra pericula

et invidias. Sed legiones per Italiam Regium atque inde Siciliam porro ex Sicilia in Africam transuectae. Igitur Calpurnius

initio paratis commeatibus acriter Numidiam ingressus est multosque mortalis et urbis aliquot pugnando cepit.

Versione tradotta

Ma

Giugurta, che non si aspettava una simile notizia, convinto
com’era che tutto a Roma fosse in vendita, invia come

delegati al senato
suo figlio e due uomini di fiducia e raccomanda loro, come a quelli che
aveva inviato

dopo l’uccisione di Iempsale, di guadagnarsi il favore di
tutti senza badare a spese. Mentre costoro si

avvicinavano a Roma, il
senato, interpellato da Bestia sull’opportunità di ricevere tra le mura i
legati,

decretò che, se non fossero venuti per la consegna del regno e di
Giugurta, avrebbero dovuto lasciare l’Italia entro

dieci giorni. Il
console fa comunicare ciò ai Numidi, secondo il decreto del senato. Essi
ritornano così

in patria senza aver concluso nulla. Frattanto Calpurnio,
allestito l’esercito, si sceglie come luogotenenti alcuni

nobili faziosi,
sperando di poter coprire con la loro autorità le malefatte che avesse
commesso. Fra di

essi era Scauro, di cui abbiamo già ricordato l’indole e
i costumi. Il console era dotato di molte buone qualità

morali e
fisiche, ma guastate tutte dall’avidità di denaro: era resistente alle
fatiche, pronto

d’ingegno, abbastanza prudente, non inesperto di guerra,
saldissimo contro i pericoli e gli odi. Attraverso

l’Italia, le legioni
giunsero a Reggio e di lì in Sicilia; dalla Sicilia furono trasportate poi
in Africa.

Calpurnio, dunque, avendo all’inizio provveduto alle
vettovaglie, penetrò con decisione in Numidia e, combattendo,

fece molti
prigionieri e prese alcune città.

  • Letteratura Latina
  • Par 1-29
  • Sallustio

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