Milo autem cum in senatu fuisset eo die quoad senatus est dimissus domum venit; calceos et vestimenta mutavit; paulisper dum se uxor (ut fit) comparat commoratus est; dein profectus id temporis cum iam Clodius si quidem eo die Romani venturus erat redire potuisset. Ob viam fit ei Clodius expeditus in equo nulla raeda nullis impedimentis; nullis Graecis comitibus ut solebat; sine uxore quod numquam fere: cum hic insidiator qui iter illud ad caedem faciendam apparasset cum uxore veheretur in raeda paenulatus magno et impedito et muliebri ac delicato ancillarum puerorumque comitatu.
Versione tradotta
Milone, invece, dopo essere stato quel giorno in senato finché non fu sciolta la seduta, se ne tornò a casa, cambiò calzari e vestiti, aspettò un po' mentre la moglie (solita storia!) si preparava, quindi se ne andò a un'ora tale che, se davvero Clodio avesse avuto l'intenzione di tornare a Roma, avrebbe potuto farlo. Gli si fa incontro Clodio, libero da ogni impaccio, a cavallo, senza carrozza, senza bagagli, senza il solito codazzo di Greci, senza moglie (cosa che non accadeva quasi mai); invece l'attentatore qui presente, che avrebbe architettato quel viaggio per compiere il delitto, se ne andava in carrozza con la moglie e in veste da viaggio, con un seguito nutrito e ingombrante, effeminato e leggiadro di ancelle e schiavetti!
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone