Item, si fatum
tibi est ex hoc morbo non convalescere, sive tu medicum adhibueris sive non adhibueris, non convalesces; et alterutrum fatum
est; medicum ergo adhibere nihil attinet.’ Recte genus hoc interrogationis ignavum atque iners nominatum est, quod eadem
ratione omnis e vita tolletur actio. Licet etiam inmutare, ut fati nomen ne adiungas et eandem tamen teneas sententiam, hoc
modo: ‘Si ex aeternitate verum hoc fuit: “Ex isto morbo convalesces”, sive adhibueris medicum sive non adhibueris,
convalesces; itemque, si ex aeternitate falsum hoc fuit: “Ex isto morbo convalesces”, sive adhibueris medicum sive non
adhibueris, non convalesces’; deinde cetera.
Versione tradotta
Ugualmente, se è destino che tu non guarisca, non guarirai, sia
che chiami il medico sia che non lo chiami; e che si verifichi la prima o la seconda ipotesi è destino; quindi non fa nessuna
differenza chiamare il medico oppure no».
Giustamente un ragionamento simile è stato detto ignavo e inerte, poiché secondo
lo stesso principio si elimina qualsiasi possibilità di azione dalla vita umana. Si può anche modificarlo, se vuoi eliminare la
parola «fato» e tuttavia mantenere i termini del ragionamento, in questo modo: «Se è vero dall'eternità che "tu guarirai da
codesta malattia", guarirai sia che chiami il medico sia che non lo chiami; se invece è falso dall eternità che "tu guarirai
da codesta malattia", allora non guarirai, sia che chiami il medico sia che non lo chiami»; e così via.
- Letteratura Latina
- De Fato di Cicerone
- Cicerone