Bellum Iugurthinum, Paragrafo 29 - Studentville

Bellum Iugurthinum, Paragrafo 29

Sed ubi Iugurtha per legatos pecunia temptare bellique quod administrabat asperitatem ostendere coepit animus

aeger auaritia facile conuersus est. Ceterum socius et administer omnium consiliorum assumitur Scaurus qui tametsi a principio

plerisque ex factione eius corruptis acerrime regem impugnauerat tamen magnitudine pecuniae a bono honestoque in prauum

abstractus est. Sed Iugurtha primo tantummodo belli moram redimebat existimans sese aliquid interim Romae pretio aut gratia

effecturum. Postea vero quam participem negoti Scaurum accepit in maximam spem adductus recuperandae pacis statuit cum iis de

omnibus pactionibus praesens agere. Ceterum interea fidei causa mittitur a consule Sextius quaestor in oppidum Iugurthae Vagam.

Cuius rei species erat acceptio frumenti quod Calpurnius palam legatis imperauerat quoniam deditionis mora indutiae

agitabantur. Igitur rex uti constituerat in castra venit ac pauca praesenti consilio locutus de invidia facti sui atque uti in

deditionem acciperetur relicua cum Bestia et Scauro secreta transigit. Dein postero die quasi per saturam sententiis exquisitis

in deditionem accipitur. Sed uti pro consilio imperatum erat elephanti triginta pecus atque equi multi cum paruo argenti

pondere quaestori traduntur. Calpurnius Romam ad magistratus rogandos proficiscitur. In Numidia et exercitu nostro pax

agitabatur.

Versione tradotta

Ma quando Giugurta, attraverso i suoi emissari, cominciò a

circuirlo con il denaro e a fargli conoscere le difficoltà della campagna
che stava conducendo, l'animo di

Calpurnio, malato di avidità, si lasciò
facilmente piegare. Come complice ed esecutore di tutti i suoi progetti

sceglie Scauro. Questi, sebbene in principio si fosse mostrato avversario
irriducibile del re, mentre la maggior

parte dei nobili si era lasciata
corrompere, tuttavia, per l'offerta di una grossa somma, abbandonò la via

della virtù e dell'onestà per quella del disonore. Dapprima Giugurta
tentava soltanto di comperare una tregua nelle

operazioni militari,
sperando di far agire nel frattempo a Roma il suo denaro e la sua
influenza. Ma quando

seppe che Scauro era implicato nell'affare, nutrì
grande speranza di riavere la pace e decise di discutere

personalmente con
loro tutte le condizioni. Intanto, come garanzia, il console invia il
questore Sestio a

Vaga, città di Giugurta, col pretesto di ricevere il
tributo di grano che Calpurnio aveva pubblicamente imposto ai

messi del
re, dato che, tardando la resa, si era stabilito un armistizio. Il re
venne dunque al campo,

come aveva deciso, e in pieno consiglio pronunciò
poche parole a proposito delle imputazioni rivoltegli e del

desiderio che
la resa venisse accolta. Di tutto il resto tratta in segreto con Bestia e
Scauro. Il giorno

dopo, messi al voto tutti gli articoli in blocco e senza
discussione, viene accolta la resa. Come stabilito dal

consiglio, sono
consegnati al questore trenta elefanti, bestiame e molti cavalli, con una
piccola quantità

d'argento. Calpurnio parte per Roma a presiedere i
comizi consolari. In Numidia e nel nostro esercito regna la

pace.

  • Letteratura Latina
  • Par 1-29
  • Sallustio

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