Quam ob rem illa arma, centuriones,
cohortes non periculum nobis, sed praesidium denuntiant; neque solum ut quieto, sed etiam ut magno animo simus hortantur; neque
auxilium modo defensioni meae, verum etiam silentium pollicentur. Reliqua vero multitudo, quae quidem est civium, tota nostra
est; neque eorum quisquam, quos undique intuentis, unde aliqua fori pars aspici potest, et huius exitum iudici exspectantis
videtis, non cum virtuti Milonis favet, tum de se, de liberis suis, de patria, de fortunis hodierno die decertari putat. II
Unum genus est adversum infestumque nobis, eorum quos P. Clodi furor rapinis et incendiis et omnibus exitiis publicis pavit:
qui hesterna etiam contione incitati sunt, ut vobis voce praeirent quid iudicaretis. Quorum clamor si qui forte fuerit,
admonere vos debebit, ut eum civem retineatis, qui semper genus illud hominum clamoresque maximos prae vestra salute
neglexit.
Versione tradotta
Ecco perché la presenza di tutte quelle armi, dei centurioni e delle coorti non costituisce
un pericolo per noi, ma, al contrario, ci tutela, ci induce a star tranquilli e ad avere coraggio, e garantisce appoggio e
silenzio alla mia difesa. Quanto al resto della folla, composto di cittadini, esso è tutto dalla nostra parte; sin dove può
estendersi lo sguardo su una qualunque parte del foro, voi potete leggere sui loro visi la trepida attesa di un equo responso
da parte di questa giuria e il vivo interesse per le varie fasi del processo: in effetti, sanno bene quanto valga Milone e
considerano questa una buona occasione per meglio assicurarsi, lottando, la propria salvaguardia, quella dei figli, della
patria e dei propri beni. II Esiste poi una genia che ci è contraria e ostile: quella che la follia di Publio Clodio ha nutrito
di rapine, incendi e pubbliche sciagure. Questi uomini, anche nel corso dell'assemblea preliminare al processo, che si è
tenuta ieri, sono stati istigati a imporre con le loro grida il verdetto che voi dovete emettere. Ma le loro urla, se si
leveranno, dovranno esservi più che mai di monito a non scacciare da Roma questo cittadino che non si è mai lasciato intimorire
da quella gentaglia e dalle loro alte grida, a garanzia della vostra salvezza.
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone