Postquam indutiarum praeteriit dies barbarus non dubitans quod ipsius erant plurima
domicilia in Caria et ea regio his temporibus multo putabatur locupletissima eo potissimum hostis impetum facturos omnis suas
copias eo contraxerat. At Agesilaus in Phrygiam se convertit eamque prius depopulatus est quam Tissaphernes usquam se
moveret. Magna praeda militibus locupletatis Ephesum hiematum exercitum reduxit atque ibi officinis armorum institutis magna
industria bellum apparavit. Et quo studiosius armarentur insigniusque ornarentur praemia proposuit quibus donarentur quorum
egregia in ea re fuisset industria. Fecit idem in exercitationum generibus ut qui ceteris praestitissent eos magnis afficeret
muneribus. His igitur rebus effecit ut et ornatissimum et exercitatissimum haberet exercitum. Huic cum tempus esset visum
copias extrahere ex hibernaculis vidit si quo esset iter facturus palam pronuntiasset hostis non credituros aliasque regiones
praesidiis occupaturos neque dubitaturos aliud eum facturum ac pronuntiasset. Itaque cum ille Sardis iturum se dixisset
Tissaphernes eandem Cariam defendendam putavit. In quo cum eum opinio fefellisset victumque se vidisset consilio sero suis
praesidio profectus est. Nam cum illo venisset iam Agesilaus multis locis expugnatis magna erat praeda potitus. Laco autem
cum videret hostis equitatu superare numquam in campo sui fecit potestatem et iis locis manum conseruit quibus plus pedestres
copiae valerent. Pepulit ergo quotienscumque congressus est multo maiores adversariorum copias et sic in Asia versatus est ut
omnium opinione victor duceretur.
Versione tradotta
Scaduto il termine della tregua, il barbaro non dubitando, dato che egli aveva moltissimi
castelli nella Caria e la regione a quel tempo era ritenuta di gran lunga la più ricca, che là soprattutto i nemici avrebbero
sferrato l'attacco, aveva radunato là tutte le sue truppe. Agesilao invece marciò alla volta della Frigia e fece in tempo a
saccheggiarla prima che Tissaferne Si muovesse affatto. Arricchiti i soldati col molto bottino, riportò l'esercito a svernare
ad Efeso ed ivi, organizzate fabbriche di armi, si diede con grande energia a preparare la guerra. E perché si armassero con
più zelo e si equipaggiassero con maggior decoro, propose dei premi da elargire a quelli che si fossero dimostrati
particolarmente alacri in questa attività. Fece lo stesso nei vari tipi di esercitazioni, sì da premiare con ricchi doni chi
si fosse distinto sugli altri. Con questi mezzi poté avere un esercito molto ben equipaggiato ed allenato. E quando gli parve
giunto il momento di tirar fuori le truppe dai quartieri di inverno, capì che se avesse indicato apertamente la direzione della
sua marcia, i nemici non ci avrebbero creduto ed avrebbero presidiato altre regioni e non avrebbero dubitato che egli avrebbe
fatto diversamente da quanto avesse manifestato. E così avendo egli detto che sarebbe andato a Sardi, Tissaferne credette di
dover fortificare ancora la Caria. Ma in questa sua previsione si ingannò e quando si vide gabbato dallo stratagemma, parti
troppo tardi in soccorso dei suoi. Infatti quando giunse là, Agesilao aveva già conquistate con la forza molte località e si
era impadronito di una grande preda. Lo Spartano poi vedendo che i nemici erano più forti nella cavalleria, non accettò mai
battaglia campale e venne a combattimento in quei luoghi dove avesse miglior gioco la fanteria. Mise in fuga, ogni volta che si
scontrò, le milizie degli avversari di gran lunga superiori e si condusse in Asia in modo da essere considerato, secondo
l'opinione generale, il vincitore.
- Letteratura Latina
- Liber de excellentibus gentium (Agesilaus) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote