Sed ne cui vestrum mirum esse videatur me in quaestione legitima et in iudicio publico–cum res agatur apud praetorem populi Romani lectissimum virum et apud severissimos iudices tanto conventu hominum ac frequentia–hoc uti genere dicendi quod non modo a consuetudine iudiciorum verum etiam a forensi sermone abhorreat; quaeso a vobis ut in hac causa mihi detis hanc veniam adcommodatam huic reo vobis (quem ad modum spero) non molestam ut me pro summo poeta atque eruditissimo homine dicentem hoc concursu hominum literatissimorum hac vestra humanitate hoc denique praetore exercente iudicium patiamini de studiis humanitatis ac litterarum paulo loqui liberius et in eius modi persona quae propter otium ac studium minime in iudiciis periculisque tractata est uti prope novo quodam et inusitato genere dicendi.
Versione tradotta
Ma perché a nessuno di voi sembri strano che in un processo legale e in una causa penale che si tiene davanti a un pretore del popolo romano, uomo eccellente, e davanti a giudici di grande moralità, con così cospicua presenza di spettatori, io ricorra a questo tipo di oratoria che non soltanto si allontana dalla consuetudine processuale, ma anche dal linguaggio forense, vi prego in questa causa di concedermi questa libertà, degna di un imputato di tal genere e, come mi auguro, a voi non molesta, che mi consentiate, cioé, mentre difendo un grandissimo poeta e uomo dottissimo, al cospetto di questa assemblea di uomini di varia cultura, di fronte alla vostra disponibilità e infine davanti al presidente dei tribunale, che mi consentiate, ripeto, di parlare un po’ più liberamente di studi e di cultura letteraria e di ricorrere per una persona di tal valore, pochissimo coinvolta in processi e cause per la sua vita ritirata e dedita agli studi, ad un nuovo, per così dire, e inconsueto tipo di oratoria.
- Letteratura Latina
- Pro Archia Poeta di Cicerone
- Cicerone