Itaque tum Scaevola cum in eam ipsam mentionem incidisset, exposuit nobis sermonem
Laeli de amicitia habitum ab illo secum et cum altero genero, C. Fannio Marci filio, paucis diebus post mortem Africani. Eius
disputationis sententias memoriae mandavi, quas hoc libro exposui arbitratu meo; quasi enim ipsos induxi loquentes, ne
‘inquam’ et ‘inquit’ saepius interponeretur, atque ut tamquam a praesentibus coram haberi sermo videretur.
Versione tradotta
Dunque allora Scevola,
essendoglì capitato proprio di accennare a quel tema, ci riferì la conversazione di Lelio sull'amicizia, quella fatta con
lui e con l'altro suo genero, Gaio Fannio, figlio di Marco, pochi giorni dopo la morte dell'Africano. I concetti di
quella discussione li ho tenuti a mente, e ora li ho esposti a modo mio in questo libro; e quasi facendo parlare quelli stessi,
perché non si dovesse ripetere troppe volte: «dico», «dice», e la conversazione sembrasse tenuta da persone che fossero lì
dinanzi agli occhi dell'ascoltatore.
- Letteratura Latina
- De Amicitia di Cicerone
- Cicerone