Haec ratio a Chrysippo reprehenditur. Quaedam enim sunt, inquit,
in rebus simplicia, quaedam copulata; simplex est: ‘Morietur illo die Socrates’; huic, sive quid fecerit sive non
fecerit, finitus est moriendi dies. At si ita fatum est: ‘Nascetur Oedipus Laio’, non poterit dici: ‘sive fuerit Laius
cum muliere sive non fuerit’; copulata enim res est et confatalis; sic enim appellat, quia ita fatum sit et concubiturum cum
uxore Laium et ex ea Oedipum procreaturum, ut, si esset dictum: ‘Luctabitur Olympiis Milo’ et referret aliquis: ‘Ergo,
sive habuerit adversarium sive non habuerit, luctabitur’, erraret; est enim copulatum ‘luctabitur’, quia sine
adversario nulla luctatio est. Omnes igitur istius generis captiones eodem modo refelluntur. ‘Sive tu adhibueris medicum
sive non adhibueris, convalesces’ captiosum; tam enim est fatale medicum adhibere quam convalescere. Haec, ut dixi,
confatalia ille appellat.
Versione tradotta
Nella realtà alcune azioni sono semplici, altre congiunte. Semplice è l'azione: «Socrate morirà
in quel determinato giorno»: per costui, che faccia o meno qualcosa, è fissato il giorno della morte. Ma se è stabilito dal
fato che «Edipo nascerà da Laio», non si potrà dire: «che Laio si unisca o meno con una donna», perché l'azione è congiunta
e confatale: così appunto la definisce Crisippo, perché è stabilito dal fato tanto che Laio giaccia con la propria moglie,
quanto che da lei abbia come figlio Edipo. Per cui, posto di dire: «Milone lotterà ad Olimpia», se qualcuno ribattesse: «dunque
lotterà, che abbia o meno un avversario», sbaglierebbe; «lotterà» è un'azione congiunta, perché senza avversario non si dà
alcuna lotta. Quindi, tutti i sofismi di tal genere vengono confutati nello stesso modo. «Che tu mandi a chiamare o meno un
medico, guarirai» è un ragionamento capzioso: è infatti stabilito dal fato tanto chiamare il medico, quanto guarire. Sono
azioni che, come ho detto, Crisippo definisce confatali.
- Letteratura Latina
- De Fato di Cicerone
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