Cyrus quidem apud Xenophontem
eo sermone, quem moriens habuit, cum admodum senex esset, negat se umquam sensisse senectutem suam imbecilliorem factam, quam
adulescentia fuisset. Ego L. Metellum memini puer, qui cum quadriennio post alterum consulatum pontifex maximus factus esset
viginti et duos annos ei sacerdotio praefuit, ita bonis esse viribus extremo tempore aetatis, ut adulescentiam non requireret.
Nihil necesse est mihi de me ipso dicere, quamquam est id quidem senile aetatique nostrae conceditur.
Versione tradotta
Ciro, poi,
come scrive Senofonte [nella Ciropedia, in cui narrò la vita e le gesta di Ciro il Grande, re dei Persiani], nel discorso che
tenne in punto di morte, quando era molto vecchio, afferma di non essersi mai accorto che la sua vecchiaia fosse diventata
priva di forze più di quanto non lo fosse la sua giovinezza. Ricordo che quando io ero fanciullo, Lucio Metello, il quale,
essendo stato nominato pontefice massimo quattro anni dopo il suo secondo consolato, esercitò tale sacerdozio per ventidue
anni, era in forze così vigorose nellultimo periodo della vita, da non rimpiangere la giovinezza. Non è necessario che io dica
nulla di me stesso, benché proprio ciò sia cosa da vecchi e venga concesso alla nostra età.
- Letteratura Latina
- De Senectute di Cicerone
- Cicerone
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