Bellum Iugurthinum, Paragrafo 30 - Studentville

Bellum Iugurthinum, Paragrafo 30

Postquam res in

Africa gestas quoque modo actae forent fama diuulgauit Romae per omnis locos et conventus de facto consulis agitari. Apud

plebem grauis invidia patres solliciti erant: probarentne tantum flagitium an decretum consulis subuerterent parum constabat.

Ac maxime eos potentia Scauri quod is auctor et socius Bestiae ferebatur a vero bonoque impediebat. At C. Memmius cuius de

libertate ingeni et odio potentiae nobilitatis supra diximus inter dubitationem et moras senatus contionibus populum ad

vindicandum hortari monere ne rem publicam ne libertatem suam desererent multa superba et crudelia facinora nobilitatis

ostendere; prorsus intentus omni modo plebis animum incendebat. Sed quoniam ea tempestate Romae Memmi facundia clara pollensque

fuit decere existimaui unam ex tam multis orationem eius perscribere ac potissimum ea dicam quae in contione post reditum

bestiae huiusce modi verbis disseruit:

Versione tradotta

Quando furono noti gli avvenimenti

d'Africa e il modo in cui si
erano svolti, a Roma la condotta del console fu oggetto di commenti in
ogni

angolo e in ogni riunione. La plebe era indignata; i senatori,
preoccupati, non sapevano se approvare un simile

scandalo oppure annullare
il decreto del console. Soprattutto li distoglieva dalla verità e dalla

giustizia il prestigio di Scauro, che veniva considerato consigliere e
complice di Bestia.
Ma Gaio Memmio,

che, come si è detto, era dotato di carattere
indipendente e odiava l'arroganza dei nobili, fra le incertezze e gli

indugi del senato, con i suoi discorsi nelle adunanze esortava il popolo a
reagire. Lo ammoniva a non

abbandonare la repubblica e la causa della
libertà, citando molti esempi dell'arroganza e della crudeltà dei nobili.

Insomma non tralasciava occasione per infiammare con ogni mezzo la plebe.
Ma, poiché in quei tempi a Roma

Memmio fu oratore famoso e influente, ho
ritenuto opportuno trascrivere uno dei suoi numerosi discorsi e di

scegliere proprio quello che pronunciò dopo il ritorno di Bestia. Parlò
pressappoco così:

  • Letteratura Latina
  • Par. 30-59
  • Sallustio

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