Itaque severitati tuae ut oportet ita respondere non audeo; erat enim meum deprecari vacationem adulescentiae veniamque petere; non inquam audeo; perfugiis non utor aetatis concessa omnibus iura dimitto; tantum peto ut si qua est invidia communis hoc tempore aeris alieni petulantiae libidinum iuventutis quam video esse magnam ne huic aliena peccata ne aetatis ac temporum vitia noceant. Atque ego idem qui haec postulo quin criminibus quae in hunc proprie conferuntur diligentissime respondeam non recuso. Sunt autem duo crimina auri et veneni; in quibus una atque eadem persona versatur. Aurum sumptum a Clodia venenum quaesitum quod Clodiae daretur ut dicitur. Omnia sunt alia non crimina sed maledicta iurgi petulantis magis quam publicae quaestionis. “Adulter impudicus sequester” convicium est non accusatio; nullum est enim fundamentum horum criminum nulla sedes; voces sunt contumeliosae temere ab irato accusatore nullo auctore emissae.
Versione tradotta
Io non voglio rispondere al tuo rigore così come dovrei, facendo appello alla giovane età, e chiedere venia per essa. Non voglio farlo, ho detto; non ricorro alla scusa dell'età; rinuncio a quello che è pure un diritto concesso a tutti. Questo solo chiedo, che se ai nostri giorni è sorta una generale avversione (e mi rendo conto quanto sia viva) contro i debiti, l'arroganza, le dissolutezze della gioventù, non ricadano su di lui i peccati d'altri, le colpe della sua età e dei nostri tempi. Ma io stesso, che questo invoco da voi, non mi sottraggo affatto a confutare con ogni diligenza le accuse che contro di lui, personalmente, convergono. Due sono dunque i capi d'accusa: l'oro e il veleno. Per l'uno e per l'altro è in gioco la stessa persona: l'oro si dice preso a prestito da Clodia, il veleno procurato per essere propinato a Clodia. Tutto il resto non sono imputazioni, ma pettegolezzi; materia di aspro diverbio, piuttosto che argomento di processo. «Adultero, spudorato, trafficante!... »:` ma questa è ingiuria, non accusa. Non c'è, in quei capi d'imputazione, né fondamento, né sostegno: sono voci calunniose, temerariamente lanciate da un accusatore furioso e irresponsabile.
- Letteratura Latina
- Pro Caelio di Cicerone
- Cicerone