Haec sicuti eui ita gesta sunt iudices. Insidiator superatus est vi victa vis vel potius oppressa virtute audacia est. Nihil dico quid res publica consecuta sit nihil quid vos nihil quid omnes boni : nihil sane id prosit Miloni qui hoc fato natus est ut ne se quidem servare potuerit quin una rem publicam vosque servaret. Si id iure fieri non potuit nihil habeo quod defendam. Sin hoc et ratio doctis et necessitas barbaris et mos gentibus et feris etiam beluis natura ipsa praescripsit–ut omnem semper vim quacumque ope possent a corpore a capite a vita sua propulsarent–non potestis hoc facinus improbum iudicare quin simul iudicetis omnibus qui in latrones inciderint aut illorum telis aut vestris sententiis esse pereundum.
Versione tradotta
Tutto, giudici, è andato secondo il mio racconto: l'assalitore è stato sconfitto, la violenza è stata vinta dalla violenza, o meglio, l'audacia è stata sconfitta dal valore. Tralascio i vantaggi per lo stato, tralascio quelli per voi, tralascio quelli per tutti gli ottimati: ammettiamo pure che ciò non rechi alcun vantaggio a Milone, nato col destino di non poter salvare neppure se stesso senza poter salvare ad un tempo voi e lo stato. Se il suo modo d'agire ha costituito una violazione della legge, non ho motivi per difenderlo; se però è vero che la ragione agli uomini acculturati, la necessità ai barbari, la consuetudine ai popoli civili, l'istinto naturale alle bestie hanno prescritto di respingere sempre e con qualsiasi mezzo la violenza dai loro corpi, dalla loro testa, dalla loro vita, non potete giudicare criminale questa sua azione senza emettere al tempo stesso il verdetto che quanti s'imbattono nei banditi debbono morire o per le loro armi o per le vostre sentenze.
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone