Quod si ita putasset certe optabilius Miloni fuit dare iugulum P. Clodio non semel ab illo neque turn primum petitum quam iugulari a vobis quia se non iugulandum illi tradidisset. Sin hoc nemo vestrum ita sentit non illud iam in iudicium venit occisusne sit (quod fatemur) sed iure an iniuria quod multis in causis saepe quaesitum est. Insidias factas esse constat et id est quod senatus contra rem publicam factum iudicavit: ab utro factae sint incertum est. De hoc igitur latum est ut quaereretur. Ita et senatus rem non hominem notavit et Pompeius de iure non de facto quaestionem tulit.
Num quid igitur aliud in iudicium venit nisi uter utri insidias fecerit? Profecto nihil: si hic illi ut ne sit impune; si ille huic ut scelere solvamur.
Versione tradotta
Ché se Milone lo avesse pensato, certamente avrebbe preferito porgere a Publio Clodio la gola, da lui non in una sola occasione né allora per la prima volta presa di mira, piuttosto che lasciarsi uccidere da voi per non essersi fatto ammazzare da lui. Se nessuno di voi la pensa così su questo punto, allora non è oggetto di dibattito se Clodio sia stato ucciso (cosa che ammettiamo), ma se sia stato ucciso a ragione o a torto (cosa che in molti processi costituisce motivo frequente di discussione). E' certo che vi sia stata un'ímboscata, ed è questo il fatto giudicato dal senato lesivo per l'ordine pubblico: chi dei due l'abbia tesa, questo è incerto ed è stata proposta un'inchíesta in materia. Così da una parte il senato ha biasimato l'accaduto, non l'uomo, dall'altra Pompeo non ha posto la questione di fatto, ma quella di diritto. C'è altro, dunque, che costituisca oggetto di dibattito, se non la ricerca di chi dei due abbia teso un agguato all'altro? Certamente niente più: se è stato il qui presente Milone, che, egli non resti impunito, se è stato Clodio, che ci si assolva dall'accusa.
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone