Quonam igitur pacto probari potest insidias Miloni fecisse Clodium? Satis est in illa quidem tam audaci tam nefaria belua docere magnam ei causam magnam spem in Milonis morte propositam magnas utilitates fuisse. Itaque illud Cassianum ‘cui bono fuerit’ in his personis valeat; etsi boni nullo emolumento impelluntur in fraudem improbi saepe parvo. Atqui Milone interfecto Clodius haec adsequebatur non modo ut praetor esset non eo consule quo sceleris nihil facere posset; sed etiam ut eis consulibus praetor esset quibus si non adiuvantibus at coniventibus certe speraret posse se eludere in illis suis cogitatis furoribus: cuius illi conatus ut ipse ratiocinabatur nec cuperent reprimere si possent cum tantum beneficium ei se debere arbitrarentur; et si vellent fortasse vix possent frangere hominis sceleratissimi conroboratam iam vetustate audaciam.
Versione tradotta
In quale modo, dunque, si può provare che è stato Clodio a tendere l'imboscata a Milone? Trattandosí di quel mostro tanto temerario e scellerato è sufficiente dimostrare che egli aveva forti motivi di uccidere Milone e nutriva grandi speranze sulla sua morte, da cui gli sarebbe derivato un considerevole vantaggio. Di conseguenza la ben nota formula di Cassio, "chi ne ha tratto vantaggio?", va applicata a persone di questo tipo, anche se non c'è alcun vantaggio che spinga gli uomini onesti alle cattive azioni, mentre ne basta uno piccolo per indurre spesso i disonesti a comportarsi male. Orbene, Clodio con l'uccisione di Milone otteneva non solo di esercitare la pretura senza che fosse console un uomo capace d'impedírgli ogni crimine, ma anche d'esser pretore quand'erano consoli personaggi tali da indurlo a sperare che almeno con la loro connivenza, se non addirittura col loro aiuto, avrebbe potuto dare sfogo ai folli disegni che aveva in mente: come egli stesso pensava, essi non avrebbero avuto alcuna intenzione di reprimere i suoi tentativi, considerandosi debítori nei suoi confronti di un sì grande favore, e se pure lo avessero voluto, a stento forse sarebbero riusciti a spezzare la temerarietà, rafforzata ormai dalla lunga impunità, di un uomo talmente scellerato.
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone