Sed redeo ad
me. Quartum ago annum et octogesimum; vellem equidem idem possem gloriari quod Cyrus, sed tamen hoc queo dicere, non me quidem
eis esse viribus, quibus aut miles bello Punico aut quaestor eodem bello aut consul in Hispania fuerim aut quadriennio post,
cum tribunus militaris depugnavi apud Thermopylas M’. Glabrione consule; sed tamen, ut vos videtis, non plane me enervavit,
non adflixit senectus, non curia vires meas desiderat, non rostra, non amici, non clientes, non hospites. Nec enim umquam sum
adsensus veteri illi laudatoque proverbio, quod monet ‘mature fieri senem, si diu velis senex esse.’ Ego vero me minus
diu senem esse mallem quam esse senem, ante quam essem. Itaque nemo adhuc convenire me voluit, cui fuerim occupatus.
Versione tradotta
Ma torniamo a me: sono nellottantaquattresimo anno di età; vorrei davvero potermi vantare della stessa cosa
di (cui si vanta) Ciro, ma tuttavia questo posso dire, che non ho di certo quelle energie che avevo da soldato semplice durante
la guerra Punica o da console in Spagna o quattro anni dopo, quando combattei strenuamente come tribuno militare alle Termopili
sotto il console Manio Acilio Glabrione, ma tuttavia, come constatate voi stessi, la vecchiaia non mi ha infiacchito del tutto,
né mi ha abbattuto, e non rimpiangono le mie forze né il senato, né i rostri [la tribuna degli oratori nel foro romano, ornata
dei rostri presi alle navi nemiche], né gli amici, né i clienti, né gli ospiti. Ed infatti mai ho approvato quellantico e
lodato proverbio che consiglia di diventar vecchio per tempo, se desideri rimaner vecchio a lungo; invece io preferirei essere
meno a lungo vecchio che diventarlo prima di esserlo. Perciò finora a nessuno che ha voluto incontrarsi con me è stato risposto
che ero occupato (lett.: nessuno finora ha voluto incontrarsi con me, per il quale io sia stato occupato).
- Letteratura Latina
- De Senectute di Cicerone
- Cicerone
- De Senectute