Sed intellegis pro tua praestanti prudentia Cn. Domiti cum hac sola rem esse nobis. Quae si se aurum Caelio commodasse non dicit si venenum ab hoc sibi paratum esse non arguit petulanter facimus si matrem familias secus quam matronarum sanctitas postulat nominamus. Sin ista muliere remota nec crimen ullum nec opes ad oppugnandum Caelium illis relinquuntur quid est aliud quod nos patroni facere debeamus nisi ut eos qui insectantur repellamus? Quod quidem facerem vehementius nisi intercederent mihi inimicitiae cum istius mulieris virofratre volui dicere; semper hic erro. Nunc agam modice nec longius progrediar quam me mea fides et causa ipsa coget. Neque enim muliebres umquam inimicitias mihi gerendas putavi praesertim cum ea quam omnes semper amicam omnium potius quam cuiusquam inimicam putaverunt.
Versione tradotta
Ma nel tuo grande acume tu comprendi perfettamente, o Gneo Domizio, che la causa è tutta e soltanto con lei. Se essa non dirà di aver prestato l'oro a Marco Celio, se essa non lo accuserà di aver preparato per lei il veleno, noi saremmo veramente indiscreti se parlassimo di una madre di famiglia diversamente da quel che convenga alla onorabilità delle matrone. Ma se, per contro, liquidata costei, nulla rimanesse in piedi né dell'accusa, né dei mezzi a cui si appoggia, che altro dovremmo fare noi, avvocati di Celio, se non respingere chi ci aggredisce? Ed io lo farei anche con maggior forza, se non mi trattenesse la mia inimicizia col marito... volevo dire col fratello: sempre lo stesso errore! Parlerò dunque con moderazione, e non andrò oltre quel che mi impongono il mio dovere e le necessità della causa. Non è mai stato nei miei desideri di crearmi inimicizie femminili; specialmente con colei che tutti hanno sempre considerato piuttosto l'amica di tutti, che la nemica di qualcuno.
- Letteratura Latina
- Pro Caelio di Cicerone
- Cicerone