Scaevola: Recte tu quidem. Quam ob rem audiamus.
Laelius: Audite vero, optimi viri, ea quae saepissime inter me et Scipionem de amicitia disserebantur. Quamquam ille
quidem nihil difficilius esse dicebat, quam amicitiam usque ad extremum vitae diem permanere. Nam vel ut non idem expediret,
incidere saepe, vel ut de re publica non idem sentiretur; mutari etiam mores hominum saepe dicebat, alias adversis rebus, alias
aetate ingravescente. Atque earum rerum exemplum ex similitudine capiebat ineuntis aetatis, quod summi puerorum amores saepe
una cum praetexta toga ponerentur.
Versione tradotta
SCEVOLA: E giustamente rispondi tu. E dunque
ascoltiamo.
LELIO: Ebbene udite, ottimi giovani, quel che assai spesso tra me e Scipione si diceva discutendo
sull’amicizia. Quantunque in realtà egli affermava che nulla è più difficile d’un’amicizia che duri fino all’ultimo
giorno della vita. Poiché spesso accade, egli diceva, che gli interessi dei due amici non coincidano o che in politica non
abbiano entrambi la medesima opinione; e si mutano anche spesso, diceva, i costumi degli uomini, a volte per le avversità, a
volte per l’aumentare del peso dell’età. E prendeva a esempio di ciò casi analoghi della prima età, ché ardenti amori di
ragazzi si depongono spesso insieme con la toga pretesta;
- Letteratura Latina
- De Amicitia di Cicerone
- Cicerone