‘At valuit odium fecit iratus fecit inimicus fuit ultor iniuriae poenitor doloris sui.’ Quid? si haec non dico maiora fuerunt in Clodio quam in Milone sed in illo maxima nulla in hoc? quid voltis amplius? Quid enim odisset Clodium Milo segetem ac materiem suae gloriae praeter hoc civile odium quo omnis improbos odimus? Ille erat ut odisset primum defensorem salutis meae deinde vexatorem furoris domitorem armorum suorum postremo etiam accusatorem suum: reus enim Milonis lege Plotia fuit Clodius quoad vixit. Quo tandem animo hoc tyrannum illum tulisse creditis? quantum odium illius et in homine iniusto quam etiam iustum fuisse?
Versione tradotta
"Ma l'odio ha avuto il sopravvento, ha agito in preda all'ira, si è comportato da nemico personale, ha vendicato le offese subite, ha sfogato il suo rancore". E che? Se è vero che questi sentimenti sono stati non dico più forti in Clodio che in Milone, ma fortissimi nel primo, inesistenti nel secondo, che cosa volete di più? Quale ragione avrebbe mai avuto Milone d'odiare Clodio, alimento e materia della sua gloria, se si eccettua quell'odio tipico di tutti i cittadini nei confronti dei disonesti? Lui sì, invece, che aveva tutti i motivi d'odiare Milone, in primo luogo quale patrocinatore della mia salvezza, poi quale repressore dei suoi folli propositi e vincitore delle sue armi, infine anche quale suo accusatore: perché, finché visse, Clodio fu messo da lui sotto accusa in virtù della legge Plozia. Con quale animo, secondo voi, quel tiranno poté sopportare tutto ciò? Quanto grande dovette essere il suo odio e quanto giustificato in un uomo talmente ingiusto!
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone