Interim Albinus renovato bello commeatum stipendium
aliaque quae militibus usui forent maturat in Africam portare; ac statim ipse profectus uti ante comitia quod tempus haud longe
aberat armis aut deditione aut quouis modo bellum conficeret. At contra Iugurtha trahere omnia et alias deinde alias morae
causas facere; polliceri deditionem ac deinde metum simulare; cedere instanti et paulo post ne sui diffiderent instare: ita
belli modo modo pacis mora consulem ludifficare. Ac fuere qui tum Albinum haud ignarum consili regis existimarent neque ex
tanta properantia tam facile tractum bellum socordia magis quam dolo crederent. Sed postquam dilapso tempore comitiorum dies
adventabat Albinus Aulo fratre in castris pro praetore relicto Romam decessit.
Versione tradotta
Riprese
frattanto le ostilità, Albino si affretta a far portare in
Africa viveri, denaro per gli stipendi e tutto
l'occorrente per
l'esercito. Sùbito dopo partì anche lui, per concludere la guerra, con le
armi, con la
resa o in qualsiasi altro modo, prima degli imminenti comizi.
Giugurta, invece, tirava in lungo ogni cosa e adduceva
sempre nuovi
pretesti di indugio. Prometteva di arrendersi e poi fingeva di aver paura;
arretrava se lo
attaccavano, e poco dopo attaccava lui stesso, per
incoraggiare i suoi. Così, ritardando ora la guerra ora la pace,
si
prendeva gioco del console. Vi fu chi ritenne allora Albino non del
tutto estraneo ai disegni del re e
pensò che una guerra intrapresa con
tanta fretta si potesse protrarre così facilmente più per inganno che per
inettitudine. Ma, poiché col trascorrere del tempo, si avvicinava il
giorno dei comizi, Albino, lasciato suo
fratello Aulo al campo come
propretore, partì per Roma.
- Letteratura Latina
- Par. 30-59
- Sallustio