Ita enim senectus honesta est, si se ipsa defendit,
si ius suum retinet, si nemini emancipata est, si usque ad ultimum spiritum dominatur in suos. Ut enim adulescentem in quo est
senile aliquid, sic senem in quo est aliquid adulescentis probo; quod qui sequitur, corpore senex esse poterit, animo numquam
erit. Septimus mihi liber Originum est in manibus; omnia antiquitatis monumenta colligo; causarum inlustrium quascumque defendi
nunc cum maxime conficio orationes; ius augurium, pontificium, civile tracto; multum etiam Graecis litteris utor,
Pythagoreorumque more exercendae memoriae gratia, quid quoque die dixerim, audierim, egerim, commemoro vesperi. Hae sunt
exercitationes ingeni, haec curricula mentis, in his desudans atque elaborans corporis vires non magno opere desidero. Adsum
amicis, venio in senatum frequens ultroque adfero res multum et diu cogitatas, easque tueor animi, non corporis viribus. Quas
si exsequi nequirem, tamen me lectulus meus oblectaret ea ipsa cogitantem, quae iam agere non possem; sed ut possim, facit acta
vita. Semper enim in his studiis laboribusque viventi non intellegitur quando obrepat senectus. Ita sensim sine sensu aetas
senescit nec subito frangitur, sed diuturnitate exstinguitur.
Versione tradotta
Così infatti la vecchiaia è degna di stima, se si difende da sola, se conserva il proprio diritto, se non è assoggettata
a nessuno, se fino allultimo respiro comanda ai suoi. Come infatti approvo il giovane nel quale alberga qualcosa di senile,
così (approvo) il vecchio nel quale vi è qualcosa del giovane; e chi mette in pratica questo, potrà anche essere vecchio nel
corpo, giammai lo sarà nello spirito. Ho tra le mani il settimo libro delle Origini, raccolgo tutti i documenti dellantichità,
ora sto mettendo a punto i discorsi delle cause famose che ho patrocinato, tratto il diritto degli àuguri, dei pontefici, il
diritto civile, pratico molto anche le lettere greche e, secondo il costume dei Pitagorici, per esercitare la memoria richiamo
alla mente la sera quel che ho detto, sentito o fatto durante il giorno. Questi sono gli esercizi dell'intelletto, questa la
palestra della mente, dove sudando e faticando non rimpiango più di tanto le forze del corpo. Assisto i miei amici, vengo
spesso in senato e vi apporto di mia iniziativa cose meditate molto e a lungo, e le difendo con le forze dello spirito, non del
corpo. Se non fossi in grado di fare questo, mi conforterebbe tuttavia il mio divano, dove mediterei sulle stesse cose che
ormai non posso portare a termine; ma la vita passata fa sì che io possa (compierle): infatti chi vive sempre tra questi studi
e queste occupazioni non si accorge quando la vecchiaia si insinua; così piano piano, senza accorgersene, la vita invecchia, e
non si interrompe all'improvviso, ma si spegne in una lunga durata.
- Letteratura Latina
- De Senectute di Cicerone
- Cicerone
- De Senectute