Pro Milone, Paragrafo 39 - Studentville

Pro Milone, Paragrafo 39

At quod erat tempus? Clarissimus et fortissimus consul inimicus Clodio [P. Lentulus] ultor sceleris illius propugnator senatus defensor vestrae voluntatis patronus publici consensus restitutor salutis meae; septem praetores octo tribuni plebei illius adversarii defensores mei; Cn. Pompeius auctor et dux mei reditus illius hostis cuius sententiam senatus [omnis] de salute mea gravissimam et ornatissimam secutus est qui populum Romanum est cohortatus qui cum de me decretum Capuae fecisset ipse cunctae Italiae cupienti et eius fidem imploranti signum dedit ut ad me restituendum Romam concurrerent;0 omnium denique in illum odia civium ardebant desiderio mei quem qui tum interemisset non de impunitate eius sed de praemiis cogitaretur.

Versione tradotta

Ma volete sapere che tempi erano quelli? C'era un console illustre e di straordinario coraggio, avverso a Clodio, [Publio Lentulo], castigatore del suo delitto, sostenitore del senato, difensore della vostra volontà, protettore del consenso popolare, artefice della mia salvezza; c'erano sette pretori e otto tribuni della plebe a lui ostili e miei difensori; c'era Gneo Pompeo, artefice e promotore del mio ritorno, a lui nemico, il cui parere autorevolissimo ed espresso in termini quanto mai onorevoli sul mio richiamo era stato accolto dal senato unanime, che esortò l'assemblea popolare: Gneo Pompeo, che nell'emanare a Capua un decreto sul mio ritorno, diede all'ltalia intera, che lo desiderava e implorava un suo intervento leale, il segnale di accorrere in massa a Roma perché fossi reintegrato nei miei diritti. Insomma, il rimpianto per la mia assenza infiammava d'odio contro di lui tutti i cittadini; e se allora qualcuno l'avesse ucciso, non si sarebbe discusso della sua impunità, ma dei premi da accordargli.

  • Letteratura Latina
  • Pro Milone di Cicerone
  • Cicerone

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