Vetustissimos se nobilissimosque
Sueborum Semnones memorant; fides antiquitatis religione firmatur. Stato tempore in silvam auguriis patrum et prisca formidine
sacram omnes eiusdem sanguinis populi legationibus coeunt caesoque publice homine celebrant barbari ritus horrenda primordia.
Est et alia luco reverentia: nemo nisi vinculo ligatus ingreditur, ut minor et potestatem numinis prae se ferens. Si forte
prolapsus est, attolli et insurgere haud licitum: per humum evolvuntur. Eoque omnis superstitio respicit, tamquam inde initia
gentis, ibi regnator omnium deus, cetera subiecta atque parentia. Adicit auctoritatem fortuna Semnonum: centum pagi iis
habitantur magnoque corpore efficitur ut se Sueborum caput credant.
Versione tradotta
I Semnoni si dicono
i più antichi e nobili fra gli Svevi. La conferma della loro antichità viene da un rito sacro. In un'epoca determinata, i
rappresentanti di tutti i popoli del medesimo sangue convengono in una foresta, sacra per i riti degli avi e il secolare
timore, e là, ucciso un uomo a nome della comunità, danno inizio all'orrendo rito barbarico. Esprimono anche in altro modo
la loro riverente soggezione per quel bosco sacro: nessuno vi entra se non avvinto da lacci, per attestare così la propria
dipendenza dal potere della divinità. In caso di caduta, non è consentito rialzarsi e rimettersi in piedi: ci si deve rotolare
per terra. Nella loro sostanza quei riti significherebbero che da lì la tribù ha la sua origine, che là risiede il dio che
regna su tutti e che tutto a lui soggiace e obbedisce. A tale credenza aggiunge prestigio la fortuna dei Semnoni: abitano in
ben cento villaggi e, in forza del numero, si credono il centro vitale degli Svevi.
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