De Senectute, Paragrafo 39 - Studentville

De Senectute, Paragrafo 39

Sequitur

tertia vituperatio senectutis, quod eam carere dicunt voluptatibus. O praeclarum munus aetatis, siquidem id aufert a nobis,

quod est in adulescentia vitiosissimum! Accipite enim, optimi adulescentes, veterem orationem Archytae Tarentini, magni in

primis et praeclari viri, quae mihi tradita est cum essem adulescens Tarenti cum Q. Maximo. Nullam capitaliorem pestem quam

voluptatem corporis hominibus dicebat a natura datam, cuius voluptatis avidae libidines temere et ecfrenate ad potiendum

incitarentur.

Versione tradotta

Segue la terza critica alla vecchia, cioè dicono che essa sia priva di piaceri. O magnifico dono dell’età, se

davvero ci toglie ciò che nella giovinezza c’è di peggiore! Ascoltate infatti, ottimi giovani, quell’antico discorso di Archita

di Taranto [filosofo e matematico della scuola pitagorica], uomo grande e famosissimo, che mi fu riferito quando da giovane ero

a Taranto con Quinto Massimo. Egli diceva che nessuna peste è stata data agli uomini, da parte della natura, più funesta del

piacere dei sensi e le passioni, avide di tale piacere, vengono spinte a goderne in modo cieco ed avventato.

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