De Amicitia, Paragrafo 4 - Studentville

De Amicitia, Paragrafo 4

Versione tradotta dal De Amicitia di Cicerone, Paragrafo 4

Cum enim saepe

mecum ageres ut de amicitia scriberem aliquid, digna mihi res cum omnium cognitione tum nostra familiaritate visa est. Itaque

feci non invitus ut prodessem multis rogatu tuo. Sed ut in Catone Maiore, qui est scriptus ad te de senectute, Catonem induxi

senem disputantem, quia nulla videbatur aptior persona quae de illa aetate loqueretur quam eius qui et diutissime senex fuisset

et in ipsa senectute praeter ceteros floruisset, sic cum accepissemus a patribus maxime memorabilem C. Laeli et P. Scipionis

familiaritatem fuisse, idonea mihi Laeli persona visa est quae de amicitia ea ipsa dissereret quae disputata ab eo meminisset

Scaevola. Genus autem hoc sermonum positum in hominum veterum auctoritate, et eorum inlustrium, plus nescio quo pacto videtur

habere gravitatis; itaque ipse mea legens sic afficior interdum ut Catonem, non me loqui existimem.

Versione tradotta

E poiché tu spesso mi suggerivi di scrivere qualcosa sull'amicizia, e l'argomento mi è sembrato degno

Come dell'interesse generale così della nostra intimità, io ho fatto la cosa non malvolentieri, in maniera di giovare a

molti per tuo invito.Ma come nel Catone il Vecchio," che io ho scritto sulla vecchiezza dedicandolo a te, ho fatto parlare

Catone già vecchio, perché nessuna persona mi sembrava più adatta a parlare di quell'età, che colui il quale era vissuto

per lunghissimo tempo vecchio e proprio nella vecchiezza era stato sopra tuttì fiorentissimo; così, poiché dai nostri antenati

abbiamo saputo che l'amicizia di Lelio e di Publio Scipione è stata più d'ogni altra degna d'essere ricordata, il

personaggio di Lelio mi è sembrato idoneo a esporre intorno all'amicizia gli argomenti che Scevola ricordava essere stati

sostenuti da lui. Questa specie di discorsi che si appoggia all'autorità d'uomini antichi ed illustri sembra avere, non

so come, più peso. E leggendo le mie parole, ne sono così colpito che penso di non parlar io, ma Catone.

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