Tamen se Milo continuit et P. Clodium in iudicium bis ad vim numquam vocavit. Quid? privato Milone et reo ad populum accusante P. Clodio cum in Cn. Pompeium pro Milone dicentem impetus factus est quae tum non modo occasio sed etiam causa illius opprimendi fuit! Nuper vero cum M. Antonius summam spem salutis bonis omnibus attulisset gravissimamque adulescens nobilissimus rei publicae partem fortissime suscepisset atque illam beluam iudici laqueos declinantem jam inretitam teneret qui locus quod tempus illud di immortales fuit! cum se ille fugiens in scalarum tenebris abdidisset magnum Miloni fuit conficere illam pestem nulla sua invidia M. vero Antoni maxima gloria?
Versione tradotta
Allora Milone si trattenne e citò in giudizio due volte Publio Clodio, ma non lo provocò mai sul terreno della violenza. Che più? Quando Milone era privato cittadino e imputato, quando Publio Clodio lo accusava davanti al popolo e fu assalito Gneo Pompeo che lo difendeva, quale occasione, addirittura quale motivo gli si presentò per eliminarlo! Non molto tempo fa, poi, quando Marco Antonio offrì a tutti gli ottimati una grandissima speranza di salvezza e, giovane nobilissimo, si assunse con grande coraggio il compito importantissimo di difendere lo stato e teneva già avviluppata nella rete quella bestia che cercava di sfuggire ai lacci del processo, quale luogo favorevole, quale occasione propizia sarebbe stata quella, dèi immortali quando Clodio in fuga si rifugiò nel buio di un sottoscala, sarebbe stata proprio una grande impresa per Milone eliminare quella peste senza alcun rischio di attirarsi odii e con somma gloria per Marco Antonio!
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone