Agricola, Paragrafo 41 - Studentville

Agricola, Paragrafo 41

Crebro per eos dies apud Domitianum absens accusatus absens

absolutus est. Causa periculi non crimen ullum aut querela laesi cuiusquam sed infensus virtutibus princeps et gloria viri ac

pessimum inimicorum genus laudantes. Et ea insecuta sunt rei publicae tempora quae sileri Agricolam non sinerent: tot exercitus

in Moesia Daciaque et Germania et Pannonia temeritate aut per ignaviam ducum amissi tot militares viri cum tot cohortibus

expugnati et capti; nec iam de limite imperii et ripa sed de hibernis legionum et possessione dubitatum. Ita cum damna damnis

continuarentur atque omnis annus funeribus et cladibus insigniretur poscebatur ore vulgi dux Agricola comparantibus cunctis

vigorem constantiam et expertum bellis animum cum inertia et formidine aliorum. Quibus sermonibus satis constat Domitiani

quoque auris verberatas dum optimus quisque libertorum amore et fide pessimi malignitate et livore pronum deterioribus

principem extimulabant. Sic Agricola simul suis virtutibus simul vitiis aliorum in ipsam gloriam praeceps agebatur.

Versione tradotta

Spesso durante quei giorni presso Domiziano in

sua assenza (di Agricola) fu dapprima accusato ma poi assolto. Il motivo, da cui scaturirono le accuse, fu per lui non alcun

crimine né la lamentela di alcuno che da lui fosse stato danneggiato, ma il principe, ostile alle sue virtù e alla gloria

dell’eroe, e, il più pericoloso tipo di nemici, quelli che lo lodavano. Inoltre erano tempi davvero difficili per lo stato che

non si poteva passare sotto silenzio Agricola: erano andati perduti tanti eserciti in Mesia, in Dacia, in Germania ed in

Pannonia a causa della temerarietà o dell’ignavia dei comandanti, erano stati obbligati ad arrendersi ed erano stati fatti

prigionieri tanti soldati con tante coorti; e ormai sorse la paura non dai confini nè dalle rive dell’impero, ma dagli

accampamenti invernali delle legioni e dal possesso di quei luoghi. Così, poiché gli insuccessi si aggiungevano agli insuccessi

ed ogni anno era segnato da sventure e calamità, tutti richiedevano Agricola come comandante, dopo che avevano comprato il

vigore e la costanza e l’animo preparato alle guerre con l’inerzia e con la paura degli altri. Si sa che le orecchie di

Domiziano erano state toccate anche da queste parole, mentre tutti i migliori liberti per amore e fedeltà ed i peggiori per

malignità ed invidia sollecitavano il principe che era già incline al male. Così Agricola sia per i suoi meriti sia per i vizi

degli altri cadeva in rovina proprio a causa della gloria.

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