Itaque alii voluptatis causa omnia sapientes facere dixerunt neque ab hac orationis turpitudine eruditi homines refugerunt: alii cum voluptate dignitatem coniungendam putaverunt. ut res maxime inter se repugnantes dicendi facultate coniungerent; illud unum derectum iter ad laudem cum labore qui probaverunt prope soli iam in scholis sunt relicti. Multa enim nobis blandimenta natura ipsa genuit quibus sopita virtus coniveret interdum; multas vias adulescentiae lubricas ostendit quibus illa insistere aut ingredi sine casu aliquo aut prolapsione vix posset; multarum rerum iucundissimarum varietatem dedit qua non modo haec aetas sed etiam iam corroborata caperetur.
Versione tradotta
Vi fu così chi insegnò che i saggi perseguono, in tutto ciò che fanno, il piacere; e all'orrore di una tale dottrina non si sottrassero neppure uomini di larga cultura. Altri sostennero che il piacere e il merito possono conciliarsi tra di loro, confondendo, nel loro virtuosismo verbale, cose fra sé ripugnanti. Altri, infine, che indicarono la sola via che conduce alla gloria attraverso il sacrificio, rimasero quasi soli nelle loro scuole. Troppe attrattive la natura stessa ci elargì, alle quali facilmente la virtù si abbandona addormentata; troppe vie sdrucciolevoli essa apre alla giovinezza, dove questa può a mala pena entrare o sostare senza scivolare o cadere; troppa varietà di cose allettanti essa ci ha apprestato, nella cui rete non soltanto quella giovane età, ma anche la più scaltrita, s'impigli.
- Letteratura Latina
- Pro Caelio di Cicerone
- Cicerone