Pro Milone, Paragrafo 41 - Studentville

Pro Milone, Paragrafo 41

Quid? comitiis in campo quotiens potestas fuit! cum ille in saepta ruisset,

gladios destringendos, lapides iaciendos curavisset; dein subito, voltu Milonis perterritus, fugeret ad Tiberim, vos et omnes

boni vota faceretis, ut Miloni uti virtute sua liberet. Quem igitur cum omnium gratia noluit, hunc voluit cum aliquorum

querella? quem iure, quem loco, quem tempore, quem impune non est ausus, hunc iniuria, iniquo loco, alieno tempore, periculo

capitis, non dubitavit occidere?

Versione tradotta

Ma come? Quante volte Milone avrebbe potuto ucciderlo durante i comizi in campo Marzio, quando lui aveva fatto irruzione nei

recinti e aveva creato l'occasione per sguainare le spade e scagliar sassi; ma, all'improvviso, terrorizzato dallo

sguardo di Milone, si era dato alla fuga verso il Tevere, mentre voi e tutta la gente onesta facevate voti perché a Milone

piacesse servirsi del suo coraggio. Quell'uomo che non volle uccidere con l'approvazione di tutti, è logico, forse, che

l'abbia voluto con la disapprovazione di alcuni? Lui, che non osò farlo a buon diritto, in luogo favorevole, in una

circostanza idonea e godendo dell'impunità, non avrebbe esitato a uccidere a torto, in luogo sfavorevole, in tempo

inopportuno, col rischio della propria vita?

  • Letteratura Latina
  • Pro Milone di Cicerone
  • Cicerone

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