De Amicitia, Paragrafo 41 - Studentville

De Amicitia, Paragrafo 41

Ti. Gracchus regnum occupare conatus est, vel regnavit

is quidem paucos menses. Num quid simile populus Romanus audierat aut viderat? Hunc etiam post mortem secuti amici et propinqui

quid in P. Scipione effecerint, sine lacrimis non queo dicere. Nam Carbonem, quocumque modo potuimus, propter recentem poenam

Ti. Gracchi sustinuimus; de C. Gracchi autem tribunatu quid expectem, non libet augurari. Serpit deinde res; quae proclivis ad

perniciem, cum semel coepit, labitur. Videtis in tabella iam ante quanta sit facta labes, primo Gabinia lege, biennio autem

post Cassia. Videre iam videor populum a senatu disiunctum, multitudinis arbitrio res maximas agi. Plures enim discent quem ad

modum haec fiant, quam quem ad modum iis resistatur.

Versione tradotta

Tiberio Gracco tentò di arrogarsi la potestà regia, o meglio

per pochi mesi fu veramente re. Aveva mai udito o visto qualcosa di simile il popolo romano? Che cosa gli amici e i parenti,

seguendolo anche dopo la morte, fecero contro Scipione, io non lo posso dire senza lagrime. Ciò perché abbiamo tollerato, in

qualunque modo abbiamo potuto, Carbone, per il fatto che pochissimo tempo era passato dalla punizione inflitta a Tiberio

Gracco. Che cosa io poi mi possa aspettare da un tribunato di Gaio Gracco, non mi piace tentar di presagire . Serpeggia ormai

il male, che poi come per un pendio, una volta che ha cominciato, precipita verso la rovina. Voi vedete quanto guasto già sia

stato fatto nelle votazioni, prima con la legge Gabinia, due anni dopo con la legge Cassia . Mi par di vedere il popolo ormai

diviso dal senato, e le questioni di più grave importanza regolate dall'arbitrio della moltitudine. E molto più spesso si

apprenderà come sollevare tali scompigli, che come porvi termine.

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