Pro Milone, Paragrafo 42 - Studentville

Pro Milone, Paragrafo 42

Praesertim, iudices, cum honoris amplissimi contentio et dies comitiorum subesset, quo

quidem tempore – scio enim quam timida sit ambitio, quantaque et quam sollicita sit cupiditas consulatus – omnia, non modo quae

reprehendi palam, sed etiam obscure quae cogitari possunt timemus, rumorem, fabulam fictam, levem perhorrescimus, ora omnium

atque oculos intuemur. Nihil est enim tam molle, tam tenerum, tam aut fragile aut flexibile, quam voluntas erga nos sensusque

civium, qui non modo improbitati irascuntur candidatorum, sed etiam in recte factis saepe fastidiunt.

Versione tradotta

Oltretutto,

giudici, quando si avvicinava il momento della lotta per la più alta carica ed erano imminenti i giorni dei comizi, nel tempo

in cui - so infatti quanto inquieta sia la brama di popolarità e quanto grande e ansiosa sia la voglia di diventar console -,

abbiamo paura di tutto, non solo di poter essere criticati apertamente, ma anche di ciò che può essere pensato in segreto, ci

spaventiamo per vaghe chiacchiere sciocche, per false storielle, scrutiamo le espressioni e gli sguardi di tutti. Non esiste,

infatti, niente di così instabile e aleatorio, di fragile e incostante come la disposizione d'animo e il sentimento dei

cittadini nei nostri confronti - cittadini che non solo tuonano contro il degrado morale dei candidati, ma trovano spesso anche

da ridire su comportamenti onesti.

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  • Cicerone

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