«Ut igitur», inquit, «qui protrusit cylindrum, dedit ei principium motionis, volubilitatem autem non dedit, sic
visum obiectum inprimet illud quidem et quasi signabit in animo suam speciem, sed adsensio nostra erit in potestate, eaque,
quem ad modum in cylindro dictum est, extrinsecus pulsa, quod reliquum est, suapte vi et natura movebitur. Quodsi aliqua res
efficeretur sine causa antecedente, falsum esset omnia fato fieri; sin omnibus, quaecumque fiunt, veri simile est causam
antecedere, quid adferri poterit, cur non omnia fato fieri fatendum sit? modo intellegatur, quae sit causarum distinctio ac
dissimilitudo.»
Versione tradotta
«Dunque, chi ha spinto il cilindro», prosegue Crisippo, «ha dato
inizio al moto, ma non ne ha determinato il movimento rotatorio; analogamente, la rappresentazione che si offre imprimerà la
sua immagine e, per così dire, lascerà la sua impronta nell'anima, ma l'assenso sarà in nostro potere e, colpito
dall'esterno, alla stregua di quanto si è detto per il cilindro, successivamente si muoverà in virtù di una forza naturale
intrinseca. Se qualche fenomeno si verificasse senza una causa precedente, l'affermazione che tutto avviene per volere del
fato sarebbe falsa; ma se tutto quanto accade è verosimilmente preceduto da una causa, quale argomentazione si potrà addurre
per non ammettere che tutto avviene per volere del fato? A patto che s'intenda qual è la distinzione e la diversità delle
cause».
- Letteratura Latina
- De Fato di Cicerone
- Cicerone